Lago Mulargia
23 maggio 2022
Accompagnato dalla meravigliosa presenza femminile della mia amatissima Carla e Sorella Mary, dallo Spirito del Tamburo e di Mulo, suonando e cantando, ho iniziato a mettere i piedi dentro l’acqua, trasparente, limpida.
Fiorellini bianchi in superficie, di piante che si allungano dal fondo sereno e non melmoso, accompagnano i miei passi.
Insoliti Gabbiani volano attorno in cerca di pesce, quel pesce che si sente saltare fragorosamente sulla superficie dell’acqua.
Passo dopo passo, il mio canto diviene una medicina, l’acqua è medicina, Mulargia è medicina.
Tamburo che spacca la quiete e la voce che intona “abba sana, abba cura” ad arrivare a squarcia gola…
Passo dopo passo la superficie dell’acqua a metà coscia, fino a che il canto solenne dichiara la fine.
Silenzio di lago attorno… ma respiro.
Respiro come se avessi corso, respiro profondamente, respiro incredulo, respiro soddisfatto dei miei passi nell’acqua chiara del Mulargia, respiro per sentire un nuovo passo sul cammino della guarigione con l’acqua, respiro fino a che Mulargia mi bisbiglia una follia, respiro, respiro, respiro…
Mi lascio cadere, lascio che le gambe cedano l’acqua al resto del corpo e mi immergo.
Solo il Tamburo rimane fuori dall’acqua, sospeso come un’ancora che mi connette al mondo di sopra, alla superficie.
Tre volte, battesimo, connessione, guarigione.
Ivano Naiely